Descrizione
Intorno alla fiamma che arde nel focolare, una notte di Natale di tanti anni fa – quando la televisione non aveva ancora riempito di vuoti e di occasioni perdute il nostro tempo – un tale “don Peppe” decide di intrattenere, nell’attesa del magico evento, un raccogliticcio uditorio da dopocena del dì di festa raccontando, al di là di ogni convenzione letteraria, la storia della fondazione di Roma. I’ nun so’ prufessore – premette – ma quanto all’argomento “saccio anfino ’o nomme d’ ’a vammana c’ha attaccato ’o vellicolo a Tiberio”. Questa “Storia”, venuta alla luce quando l’autore aveva ventisei anni, rappresentò un felice auspicio per una vita artistica che lo avrebbe portato ai massimi livelli della cultura napoletana. Lo tiene qui a battesimo con la sua lusinghiera prefazione, un Ferdinando Russo che in quell’epoca (1902), si trovava nel periodo di sua massima maturità artistica ed osannata fama. Autore, poeta, giornalista del Pungolo e del Monsignor Perrelli, Ernesto Murolo (Ruber, come amava firmarsi sottolineando la sua rossa capigliatura) ci ha lasciato versi di canzoni tra le più belle del repertorio classico napoletano del primo Novecento. Raffinato, elegante, tombeur de femmes, ricchissimo per discendenza familiare, visse nella Napoli a cavallo tra Otto e Novecento, finendo la sua esistenza in miseria, dopo aver dilapidato le sue cospicue sostanze tra ozii e divertimenti da café-chantant, e il mantenimento della numerosa famiglia (sette figli!), il 30 ottobre del 1939.