Descrizione
Santa Lucia, la sua storia, il suo folclore, i pittoreschi attori che ne popolavano la scena fino ai primi anni del Novecento, quelli dell’interramento del bacino, dell’abbattimento dei fondaci, dello sradicamento della popolazione autoctona, i Luciani, della scomparsa del mitico porticciolo, quella Santa Lucia ha costituito un’icona della napoletanità. Letteratura, poesia, testi di vecchie canzoni sembrano averne quasi logorato il ricordo, diluito nelle descrizioni “di genere”. E pure questa Santa Lucia di Ferdinando Russo è forse la più autentica, la più viva nella sua ricostruzione storica e antropologica della vita comune che in quell’inizio secolo venne spazzata via, insieme a migliaia di anni di una storia che stempera nel mito, insieme alle Grotte Platamonie, insieme all’Amica della Regina e a don Salvatore, il bettoliere che sfamava un intero popolo di diseredati senza nulla chiedere in cambio: – «Magnate mo’! Sbafateve!… Uh mall’ anema ’e chi v’e nato! I’ che famma!… Scialate, anfì a che songo apierte chist’uocchie, ca po’ quanno me perdite me chiagnite!». Nessuno lo ricordava, questo scritto. Ed ora eccolo qui, tra le vostre mani…
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